Il Tribunale dell’Audiencia Nacional ha affermato in due recenti sentenze il principio dell’obbligatorietà di adottare in ogni impresa spagnola un sistema per il registro orario di lavoro sia dei dipendenti con contratto a tempo pieno e a tempo parziale.
Inoltre, la Seguridad Social sta realizzando in Spagna un notevole numero di accertamenti e ispezioni proprio con l’obiettivo di verificare se le aziende hanno adottato – o no – detto registro orario di lavoro.
Nonostante il legislatore spagnolo non abbia previsto uno specifico formato per il Registro orario di lavoro di tutti i lavoratori, in base alla recente Giurisprudenza è possibile dedurre i seguenti criteri:
Il registro deve essere diario, indicando l’ora d’inizio e di fine della giornata lavorativa. Il registro deve essere firmato ogni giorno dal lavoratore.
Il datore di lavoro dovrà consigliare ogni mese al lavoratore una copia del registro orario di lavoro insieme al cedolino dello stipendio. L’onere della prova di aver consegnato copia del Registro orario in Spagna grava sulla società.
In caso di ore di lavoro straordinarie, deve essere consegnata/comunicata copia del Registro orario di lavoro anche alle rappresentanze sindacali se presenti (obbligatorie nelle imprese con più di 50 dipendenti).
L’impresa dovrà conservare i report mensili del registro orario di lavoro in Spagna per almeno 4 anni.
Se l’impresa già dispone di un sistema di controllo automatico dell’orario di lavoro, non sarà necessario implementare altre forme di controllo.
Il Registro orario di lavoro in Spagna dovrà essere disponibile nella sede della società, e dovrà essere esibito all’ispettore del lavoro in caso di ispezione.
Infine, è opportuno ricordare che sia l’impresa spagnola che il lavoratore devono rispettare l’orario di lavoro che risulti applicabile in base agli accordi collettivi nazionali, o in base a patti speciali tra ditta e il lavoratore dipendente. In caso di mancata esibizione del registro orario di lavoro, la ditta potrà essere sanzionata e gli eventuali contratti part time potranno essere contestati e considerati come contratti full time con tutte le conseguenze del caso. Si tratta di una misura di controllo della Spagna per verificare che non venga fatto uso fraudolento dei contratti di lavoro part time.
ZONA FRANCA TENERIFE
Instalación de empresas
1. ACTIVIDADES QUE SE PUEDEN DESARROLLAR EN LA ZONA FRANCA
En la Zona Franca se pueden desarrollar todo tipo de actividades: industrial, comercial o de servicios. Por lo tanto se permitirá desde el mero almacenaje indefinido de mercancías, incluidas las manipulaciones usuales necesarias para su adecuado mantenimiento y conservación, hasta las actividades de transformación sustancial tales como el perfeccionamiento activo o transformación bajo control aduanero, siempre con la autorización previa del órgano aduanero competente.
2. REQUISITOS PARA INSTALARSE EN LA ZONA FRANCA
1 SOLICITUD DE ALTA DE OPERADOR:
Para operar dentro de la Zona Franca será necesaria la presentación de una solicitud formal dirigida al Presidente del Consorcio de la Zona Franca (link o pdf), a la que habrá de acompañar la siguiente documentación:
Escritura de constitución de la sociedad.
Poderes de representación del solicitante.
Certificados de estar al corriente de: Seguridad social, IGIC, alta IAE y obligaciones tributarias.
Memoria detallada de las actividades a realizar en la zona y de la empresa.
2. MEMORIA:
Entre la documentación necesaria para solicitar operar en la Zona Franca de Santa Cruz de Tenerife se exige la presentación de una memoria detallada de las actividades de la Empresa y aquellas que se pretende desarrollar en la Zona.
Esta memoria debe avalar la solvencia, viabilidad, competitividad internacional y contribución al desarrollo económico y social de la isla por parte de la empresa cuya solicitud es objeto de estudio, siendo su contenido vinculante. Para su adecuada cumplimentación se adjunta un breve Manual de elaboración de la Memoria con su contenido básico (link o pdf).
3. SOLICITUD DE AUTORIZACIÓN DE CONTABILIDAD DE EXISTENCIAS:
Toda persona que ejerza una actividad, ya sea de almacenamiento, elaboración o transformación, ya de venta o compra de mercancías en la zona franca, deberá, en la forma autorizada por las autoridades aduaneras, llevar una contabilidad de existencias para el control de entrada y salida de las mercancías, encontrándose supeditado o subordinado el ejercicio de la actividad del operador a la autorización por las autoridades aduaneras de dicha contabilidad
IL TRUST AD IMPOSTA FISSA – CASSAZIONE SEZ. TRIB.
18 DIC 2015 – N. 25478
La costituzione di un vincolo di destinazione non è di per sé sufficiente ad integrare il presupposto per l’applicazione delle imposte di registro, ipotecaria e catastale
Cassazione civile, sez. tributaria, 18 dicembre 2015, n. 25478.
Presidente Di Blasi. Relatore Terrusi.
Trust – Vincolo di destinazione – Imposta di registro – Imposte ipotecaria e catastale – Presupposto dell’obbligazione tributaria – Esclusione
La costituzione del vincolo di destinazione non è in grado, in sè, di determinare il presupposto dell’obbligazione tributaria, dovendo l’effetto di trasferimento essere proiettato nella sfera giuridica di un soggetto diverso dal trustee, fin dall’inizio determinato dal disponente, nominatim ovvero in base a un criterio generale di individuazione.
Ne consegue che la costituzione di un trust va considerata estranea al presupposto dell’imposta indiretta sui trasferimenti in misura proporzionale, sia essa l’imposta di registro (anche per le considerazioni all’inizio esposte) sia essa l’imposta ipotecaria o l’imposta catastale, mancando l’elemento fondamentale dell’attribuzione definitiva dei beni al soggetto beneficiario. Quanto alle imposte ipotecaria e catastale, l’atto soggetto a trascrizione, ma non produttivo di effetto traslativo in senso proprio (id est, definitivo), postula l’applicazione di dette imposte in misura fissa (D.Lgs. n. 347 del 1990, art. 1, e art. 4 dell’allegata tariffa, quanto all’ipotecaria; art. 10, comma 2, del D.Lgs. cit., quanto alla catastale).
………. omissis…………
La Zona Especial Canaria (ZEC) es un instrumento económico que se enmarca en el Régimen Económico y Fiscal (REF) de Canarias cuya finalidad es la de promover el desarrollo económico y social del Archipiélago a través de la diversificación de su estructura productiva.
sito istituzionale : www.zec.org
La Zona Speciale Canaria (ZEC) é uno strumento economico creato per generare e dare maggior impulso allo sviluppo economico e sociale delle Isole Canarie puntando sulla diversificazione per creare ulteriori e nuovi pilastri portante dell’ economia Canaria.
La ZEC è un Ente Pubblico che dipende istituzionalmente dal Ministero dell’ Economia e delle Finanze di Spagna (Consorzio tra Governo Canarie e il Ministero prima citato).
La ZEC nasce mediante la promulgazione della Legge Decreto Regio 19/1994 e successivamente modificata con il DR 12/2006 che ne determina la vigenza sino al 31/12/2019; tale termine è (facilmente, visti i presupposti per cui l’ EU l’ ha già fatto una volta e i comunicati stampa della ZEC stessa) prorogabile previa autorizzazione della Commissione Europea sino al 2026.
Le iscrizioni delle neo imprese Canarie deve però avvenire entro il 31/12/2020.
Requisiti per Accedere alla ZEC
Essere un’ Azienda di nuova creazione avente domicilio ed effettiva sede legale nelle Isole Canarie
Almeno uno degli amministratori deve risiedere nelle Canarie
Dar luogo ad un investimento ( sia in beni patrimoniali che strumentali), entro l’ arco di 2 anni da quando l’ azienda è diventata operativa e/o attiva, per un importo minimo di 100.000 Euro se l’ attività viene svolta e/o ha sede a Tenerife e Gran Canaria; 50.000 nel caso sia in Lanzarote, Fuerteventura, La Gomera, La Palma e El Hierro.
La creazione, entro i primi 6 mesi dall’ inizio attività, di 5 posti di lavoro se l’ attività si svolge e/o ha sede a Gran Canaria e Tenerife; 3 nel caso sia in Lanzarote, Fuerteventura, La Gomera, La Palma e El Hierro..
Le assunzioni dovranno essere disciplinati secondo le normative Spagnole in materia e la Sede di lavoro dovrà risultare essere ubicata nelle Isole Canarie.
Sviluppare attività economiche rientranti nell’ apposita Tabella NACE
Attività Autorizzabili nella ZEC e ritenute di interesse strategico:
Lavorazione, Produzione e trasformazione agroalimentare, materie prime o semilavorati
Farmaceutica, Chimica, Ottica. (produzione e commercio all’ ingrosso),
Tecnologie Avanzate ed innovative, elettronica, informatica, robotica ed automazioni
Ricerca per innovazione e sviluppo / Progettazione / Salvaguardia e gestione ambiente
Commercio all’ ingrosso / Trading / Marketing / Pubblicita’ / Multimedia
Meccanica (fabbricazione , riparazione e manutenzione), fabbricazione mobili,
Servizi per le imprese, le aziende e le persone. Formazione. Sicurezza. Editoria. Trasporti
Le Entità inscritte alla ZEC potranno godere dei seguenti vantaggi :
Le Aziende iscritte alla ZEC sono soggette all’ imposta sulle Società ridotta al 4%.
I dividendi distribuiti dalle filiali alle proprie Società madri in altri paesi dell’ Unione Europea sono esenti da ritenute in applicazione della convenzione per evitare la doppia siglata ed in vigore tra la Spagna ed altre Nazioni, inclusa l’ Italia.
Esenzioni sui trasferimenti patrimoniali e gli atti giuridici.
Le Aziende iscritte alla ZEC saranno esenti dal versare l’ IGIC (Impuesto General Indirecto de Canarias; assimilabile all’ IVA) per attività di scambio di beni e servizi tra entitá ZEC e l’ attività di Import.
Invertir en producciones nacionales e internacionales que tienen intención de rodar en Canarias es un negocio «seguro» y que «genera dinero» si se cumple con la normativa establecida para acceder a los incentivos fiscales. Esta es una de las conclusiones de la jornada celebrada este jueves en el Museo Elder de la Ciencia y la Tecnología.
Las inversiones en Canarias nos han salido perfectas. El cine es un sector de riesgo, pero también es una industria para hacer dinero y las películas que hemos rodado en las Islas han hecho dinero». Así se claro se mostró este jueves Jesús Molina, director financiero de Atresmedia Cine, durante su intervención en la jornada El cine en Canarias: La inversión más rentable, que bajo la organización del Gobierno regional se celebró en el Museo Elder de la Ciencia y la Tecnología.
Jesús Molina, que participó en esta jornada, que hoy se repite en Santa Cruz de Tenerife, junto al también director financiero de Atresmedia Cine, Jorge Sánchez, lanzó un mensaje tranquilizador para los inversores privados que decidan participar en futuras producciones cinematográficas cuyo rodaje se desarrolle en el Archipiélago. «Pasamos por muchos filtros de todas las administraciones. Lo que nosotros hacemos está destinado para la explotación comercial, pero para los que solo invierten dentro de las Agrupaciones de Interés Económico (AIE), el riesgo es nulo. Solo se necesita tener las certificaciones y que el proyecto se finalice», añadió.
Sonia Ferrera, empresaria y consejera delegada de VERTA, hizo hincapié en el escaso riesgo que implica para los inversores privados lanzarse al mercado audiovisual en el Archipiélago. «Se trata de una inversión segura y rentable, no solo desde un punto de vista económico, sino también social», expuso a la vez que aclaró que este tipo de proyectos nada tienen que ver con el «fantasma de la RIC [Reserva de Inversiones Canarias]».
En la misma mesa redonda intervino también Roque Florido, inspector regional adjunto de la Agencia Tributaria, que desgranó cómo se desarrollan los incentivos fiscales y el control que realiza Hacienda sobre los mismos.
Entre los requisitos que se exigen para acceder a estos incentivos fiscales, que en las Islas superan en 20 puntos la media nacional, las películas deben contar con las certificaciones de nacionalidad española, carácter cultural y de obra canaria. También se exige que se entregue una copia terminada en la Filmoteca de Madrid.
El inspector de Hacienda Roque Florido aclaró que se requiere también que al menos «el 50% del coste de producción se desarrolle en territorio nacional». Entre los costes totales se pueden incluir gastos como los de la obtención de copias, la publicidad y la promoción del filme.
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